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Il procedimento della scrittura è opposto a quello del comporre con i suoni. Da un blocco di marmo lo scultore toglie fino ad andare a trovare una delle infinite forme che la massa della pietra sicuramente può contenere. Il musicista invece pensa, immagina un suono che codifica in una notazione, assemblando elemento dopo elemento in una sintesi che poi verrà resa dall'esecuzione. Ma in questa differenza la contraddizione è soltanto apparente, perché i due percorsi mirano a un arrivo comune, la definizione di un'energia precisa, di una forma stabile e definitiva. Quattro previ composizioni di Daniele Lombardi per pianoforte dedicate ai quattro Prigioni di Michelangelo che sono nella Tribuna del David alla Galleria dell'Accademia di Firenze. Queste opere, insieme alla Pietà Rondanini sono diventate il mito di un'espressività scultorea che lascia intuire la forma definitiva contro l'involucro volutamente "non finito", un lacunoso abbandono della definizione finale che nei secoli ha indicato una lunga strada agli artisti successivi.